Come vedono i daltonici

come vedono i daltonici

Il daltonismo non è una malattia, ma consiste in un’anomalia genetica legata ad un difetto del cromosoma X, che comporta un’alterata percezione dei colori.

Per vedere correttamente questi ultimi infatti, è necessario che i coni, ovvero le cellule della retina a ciò deputate, non siano difettosi.

Esistono tre differenti tipi di coni, che servono a recepire il rosso, il blu e il verde; un’alterazione di essi porta di conseguenza a vedere alterata anche la luce e i colori.

Il daltonismo è tutt’altro che raro, poiché si stima che ne sia affetta una persona su 20, in maggioranza uomini.

Tuttavia ne esistono vari livelli di gravità e la forma più complessa riguarda solo una esigua minoranza di soggetti in tutto il mondo.

 

I tipi di daltonismo. Come vedono i daltonici

Di daltonismo non ce n’è uno solo.

Di esso si distinguono varie forme, ciascuna delle quali comporta una specifica anomalia nella visione dei colori.

Le forme di daltonismo sono:

– Deuteranomalia. Si tratta di quella più diffusa e comune. In pratica essa consiste nel vedere meno forti, “sbiadite” diciamo, le tonalità più accese

– Pratanopia. Questa forma di daltonismo comporta una visione alterata delle tonalità di rosso

– Tritanopia. Fa sì che si vedano più accesi di quanto in realtà non siano le tonalità del verde e quelle del rosa

– Daltonismo totale. E’ l’incapacità totale di percepire i colori. Chi ne soffre, vede il mondo “in bianco e nero”.

Fortunatamente è rarissimo e ne è affatta solo una minoranza molto esigua di persone nel mondo.

Quando fu scoperto il Daltonismo e perché si chiama proprio così?

Il Daltonismo prende il nome da John Dalton, uno scienziato inglese vissuto fra il ‘700 e l’800.

Tutto cominciò per caso quando, un giorno, convinto di aver comprato un paio di calze marroni, la madre gli fece notare che essere erano, invece, di un vistoso rosso acceso.

Dalton si rese conto così di soffrire di un disturbo della vista ed iniziò a studiarlo con metodo.

Qualche tempo dopo, in un articolo, l’uomo descrisse con dovizia di particolari tutte le caratteristiche del suo difetto visivo, dando in tal modo una prima ed importante descrizione del fenomeno.

Per sua stessa volontà, dopo la sua morte, i suoi bulbi oculari vennero conservati e studiati proprio per avere la possibilità di capire bene un difetto di cui, fino ad allora, non si sapeva praticamente nulla.

Conclusioni

Per chi non è affetto è difficile, se non impossibile, immaginare come sia la visione del mondo per un daltonico.

Per capirlo meglio ci aiuta il web.

In rete è possibile trovare diversi siti che spiegano in cosa consista questo difetto della vista e, per una maggiore comprensione, tutti sono corredati di foto con colori che simulano in modo esatto la visione delle stesse in base ai diversi tipi di daltonismo.

Di un paesaggio ad esempio, si avrà l’immagine normale, ovvero quella che vedono tutti coloro che non soffrono di daltonismo, e quelle così come invece le percepiscono i soggetti affetti da Deuteranomalia, Pratanopia, Tritanopia e Daltonismo totale.